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Le inesistenze di Napoli
realizzate da
Marco Maraviglia con immagini del suo archivio fotografico

Invasione fotografica: sintesi dell’evento del 18 maggio a piazza Dante

31/5/2025

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La protesta di Metamorfosi Reloaded: 15 metri del panorama surreale di Napoli più lungo del mondo utilizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo dell’arte e della cultura sulla mancanza di spazi per gli artisti

Foto
Ph. © Klaus Bunker
​Un’opera del fotografo Marco Maraviglia rispunta goliardicamente, con satira e sarcasmo, dopo dieci anni per un’azione di protesta.
Nessun euro pubblico è stato speso per l’iniziativa.
© OFFICIAL VIDEO
Il 18 maggio è stato un evento indipendente, bypassando la burocrazia necessaria per rientrare nella programmazione ufficiale del Maggio dei Monumenti.
Rispettando comunque tutti i punti della delibera comunale per l’arte di strada.
Perché non ha sforato nemmeno la quadratura limite di occupazione di suolo pubblico. I passanti potevano infatti passeggiare sull’opera annullandone di fatto lo spazio occupato. Ma anche per necessità, vista la forte brezza che alcune volte rialzava lo “stendardo” di 15 metri che veniva ancorato a terra grazie ai piedi dei presenti.
 
L’evento si è svolto in 4 step:
 
1.Posa a terra dell’opera
Alle ore 11:05 sono stati srotolati i quindici metri di Metamorfosi Reloaded.

2.Spiegazione dell’intervento
Marco Maraviglia ha illustrato brevemente il senso dell’azione:

  • Sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’aggregazione e condivisione di eventi artistico-culturali
  • Contestare la chiusura e la trasformazione di spazi che precedentemente erano aperti anche ad artisti emergenti che potevano esporre gratuitamente. Per citarne alcuni: Castel dell’Ovo, PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, Complesso di San Domenico Maggiore, MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli
  • La necessità di avere alternative agli spazi attualmente chiusi o negati
  • Solidarietà a quegli artisti che non possono permettersi di sborsare denaro per esporre i propri lavori
 
Riducendo gli spazi espositivi e quindi l’offerta artistico-culturale in una città, vengono meno momenti di aggregazione dei cittadini. Durante una mostra ci si incontra, si chiacchiera, ci sono confronti di idee, ci si conosce, si creano connessioni tra persone che possono sviluppare idee per altri eventi. Ma, innanzitutto, c’è piacere nel godere di estetica e novità.
 
3.Passeggio sull’opera (prima metafora)
L’autore ha invitato i presenti a poter passeggiare su Metamorfosi Reloaded.
Il calpestio rappresentava la metafora dell’arte calpestata, non apprezzata, ignorata, obliata dagli addetti ai lavori che si occupano di arte.
Il passeggio/calpestio sull’opera è stata l’occasione in cui l’autore ha illustrato i vari luoghi presenti nell’opera in una sorta di tour virtuale nella città.
 
4.Strappo in vari pezzi dell’opera (seconda metafora)
È stato il momento clou dell’iniziativa.
Marco Maraviglia ha strappato Metamorfosi Reloaded, un pezzo alla volta, non prima di averne impresso sarcasticamente il logo con timbro a secco e firmandoli. Ogni pezzo è stato donato ad alcuni dei presenti.
Anche lo strappo ha rappresentato la metafora dei cosiddetti comitati scientifici di istituzioni culturali, galleristi, curatori, che scartano o disprezzano lavori e progetti di artisti emergenti. Perché non raramente senza conoscenze tecniche per valutarli o perché non in grado di intuirne caratteristiche innovative o perché "senza sponsor".
 
Opportunità per gli artisti emergenti
In assenza di spazi, agli artisti emergenti non resta che arrangiarsi. Spendendo soldi per il noleggio di una galleria, senza contare le spese di realizzazione delle opere, di allestimento e comunicazione.
O fare una lunga trafila presso qualche museo aperto all’arte contemporanea.
 
Le mostre d’arte stimolano processi neuronali che rilasciano endorfine provocando il buon umore, gioia, allegria, riducendo lo stress.
Quando in una città viene meno la possibilità di assistere a mostre, fruendone gratuitamente, i cittadini si deprimono, si demoralizzano.

Scatta insomma quel processo inverso che porta alla frustrazione e alla prostrazione della gente: è un concetto molto sottile che rientra in quelle strategie di guerre ibride che compiono attacchi ai sistemi di relazione, frammentazione delle menti per colpire il pensiero, lo status psicologico al fine di rendere le popolazioni incapaci di resistere e quindi reagire a soprusi e abusi. (*)
 
Se vengono chiusi gli spazi principali destinati all’arte, le alternative che offrono le istituzioni quali sono?
Ed è un paradosso ritrovarsi a leggere un bando per partecipare a una rassegna con 100mila paletti dove indicare personalmente lo spazio dove esporre perché il bando stesso non ne propone.
 
L’Invasione Fotografica avanza
Marco Maraviglia non si fermerà a questa iniziativa.
Un piccolo varco è stato aperto dal quale esce un filo di voce che sarà amplificato nel tempo. L’autore promette che cercherà di coinvolgere altri fotografi per intraprendere un’azione collettiva più articolata che sarà rivelata a sorpresa.
 
(*) Ispirato da “Guerre ibride, i volti nuovi del conflitto” di Giuseppe Romeo con prefazione del Generale Fabio Mini,
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Performance con 15 metri di Metamorfosi Reloaded, il panorama di Napoli più lungo del mondo

10/5/2025

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Appuntamento domenica 18 maggio a piazza Dante (Napoli) ore 11.00

Foto
Cosa accadrà
Verrà stesa a terra in piazza Dante una versione di 15 m di Metamorfosi Reloaded, il panorama surreale di Napoli più lungo del mondo.

Cos'è Metamorfosi Reloaded
L’opera si ispira alle Metamorfosi di M. C. Escher e nella quale sono rappresentati alcuni tra i luoghi più rilevanti di Napoli.
Si tratta di un fotomontaggio digitale la cui lavorazione è stata eseguita nell’arco di dieci anni (2005-2015) e il cui risultato definitivo è stato raggiunto anche grazie ai suggerimenti durante un evento pubblico di arte partecipata.
L’opera fu esposta nella sua versione definitiva al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, nell’ambito della mostra-happening Impossible Naples Project, in dimensioni di 8,20 metri per un’altezza di circa 50 cm riscuotendo ampio successo di pubblico.

Chi è l'autore
Marco Maraviglia, fotografo da 40 anni che dal 2000 è approdato al digitale e ha iniziato la sua ricerca Impossible Naples Project: fotomontaggi di fotografie del suo archivio fotografico su Napoli realizzando luoghi surreali da lui denominati "inesistenze".
​Altre info sull'autore: qui

Chi paga
L'evento è gratuito per il pubblico ed è organizzato interamente a spese dell'autore e non ha scopo di lucro: sono vietate offerte, oboli, bustarelle, assegni e bonifici immediati :)

In cosa consiste la performance
Dopo aver steso a terra l'intera immagine, il pubblico sarà invitato non solo ad osservarla ma a poterci camminare sopra.
L'autore al termine eseguirà un'azione che probabilmente stupirà e forse commuoverà i partecipanti.

Perché
Per solidarietà agli artisti che non hanno spazio per esprimersi gratuitamente con le proprie opere.
Per sensibilizzare sulla necessità di poter assistere a eventi di animazione artistica: momenti di scambio di opinioni e connessioni culturali che aggregano i cittadini appassionati d’arte e curiosi che vogliono vivere la città culturalmente e non solo a botte di spritz, coppini di fritture e selfie.
Per divertirsi con un pretesto artistico-culturale.

Chi è invitato
Tutti!!!
Fotografi, artisti, grafici, architetti, giornalisti, curatori, galleristi, operatori culturali, guide turistiche, semplici appassionati di Napoli... e, ovviamente, tutti i rappresentanti delle istituzioni culturali locali.

Video dell'opera
qui

Pubblicato su
Il Mattino
Roma- Il giornale di Napoli
Napoli Village
Art a Part of Culture
Report su Il Mattino dell'evento 
Cinquecolonne Magazine
Un pensiero del prof. Mimmo Di Caterino

Cronologia dell'opera
  • | 2005 | primo assemblaggio
  • | 2007 | interruzione della lavorazione causa obsolescenza computer che non supportava il peso del file (Apple G4)
  • | 2008| prima versione pubblica per il calendario 2009 free-download, formato 10x15
  • | 2009 – 2015 | sostituzione di alcuni scorci
  • | 2015 | 8 maggio | happening partecipativo. Artisti, fotografi, grafici ecc. suggeriscono commenti, critiche, miglioramenti, direttamente sulla bozza stampata su 6m di lunghezza (presso La Maison du Tango, p.zza Dante)
  • | 2015 | luglio | Metamorfosi Reloaded edizione “EXPO!!!” è terminata grazie anche ai suggerimenti di cui sopra.
  • | 2016 | 11 febbraio | viene esposta al pubblico per la prima volta la versione “EXPO!!” in formato 275x20cm stampata fineart e la cui tiratura è di sole trenta copie (presso Timelight OpenArt, via Bellini)
  • | 2016 | 30/11-13/12 | viene esposta per la prima volta la versione di 820cm stampata in unica copia su tela (PAN – Palazzo delle Arti Napoli)
  • | 2017 | marzo | viene realizzato il metro-gadget; Metamorfosi in versione da un metro su supporto rigido pronto per il fissaggio alla parete. Solo 100pz.
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Metropolis XXI sec. all'asta per Progetto Itaca

6/6/2024

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Battuta per 300,00 € all'asta l'ultima copia beta

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Mercoledì 22 maggio all'Hotel Mediterraneo in via Ponte di Tappia, 25 -Napoli, si è svolta un'asta di beneficenza per Progetto Itaca che si occupa a livello nazionale di informazione ed iniziative per persone che soffrono di disagio psichico.

E c'era anche la versione beta di Metropolis XXI sec., tra tante altre opere di rinomati artisti e altri oggetti e servizi messi a disposizione per la causa.
Ultima delle tre copie 50x50 stampate con processo chimico cromogeno (C41).
L'asta è stata battuta dall'attore Patrizio Rispo e la mia opera è stata aggiudicata a 300,00 € con il prezzo di partenza di 150,00 €.

Inutile dirvi che i lotti sono stati concessi gratuitamente dagli autori e quindi tutto il ricavato è andato a Itaca. Per quanto mi riguarda, la mia ricompensa è stata la soddisfazione di poter contribuire all'iniziativa.

Il lotto di Metropolis XXI sec. era il n° 21.

Metropolis XXI sec. fa parte del mio Impossible Naples Project.
È un fotomontaggio di architetture di Napoli realizzato nell'arco di un anno con fotografie del mio archivio fotografico: con Photoshop e non con AI.
Ne fu presentata una versione stampata su tela 140x140 cm nella Galleria Principe di Napoli nel settembre 2019 (video qui).
Adesso saranno presto disponibili tre copie di quella definitiva con le seguenti caratteristiche:
  • Formato 60x60 cm
  • Solo 3 copie firmate e numerate
  • Stampa fine art giclée
  • Supporto: carta Hahnemüle Photorag Bright White 310 gr

Kit:
- descrizione e sinossi dell'opera
- Certificato di autenticità con timbro e firma anche dello stampatore
- DVD con video di presentazione
Picture
Versione definitiva di Metropolis XXI sec. con le modifiche suggerite durante l'happening in Galleria Principe di Napoli il 29 settembre 2019
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Viaggio nel futuro con le social-inesistenze

20/10/2020

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Anno domini 2070.
Viaggio nel futuro in un museo, alla scoperta di sei inesistenze dell'Impossible Naples Project di Marco Maraviglia
Foto
Le sei inesistenze qui esposte, fanno parte della serie "impegnata" dell'autore.
Le politically incorrect.
E comunque vi garantisco personalmente che sono tutte a sfondo sociale.
Micro-denunce.
Urla nel silenzio.
L'artista ha voluto imprimere in ognuna di esse, un messaggio di protesta, di monito, attenzionando su problematiche che affliggevano la vita contemporanea della sua città, Napoli, ma non solo.
  1. SHELTER: questa immagine fu da lui realizzata allorquando il mondo intero fu flagellato dalla pandemia del 2020. L'artista immaginò una cupola di cristallo a simboleggiare una sorta di protezione per arginare il male. Era la cupola che rappresentava l'utilizzo di dispositivi di sicurezza e distanziamento sociale.
  2. IL TUFFATORE: qui, in alto e al centro, Marco Maraviglia volle accentuare l'attenzione sul fatto che Napoli, non poteva considerarsi Capitale del Mediterraneo pur essendo al centro dello stesso bacino marino. Allertò le istituzioni sul fatto che mancavano attracchi da diporto a prezzi popolari; per lui tutti i bambini dovevano saper nuotare già a 5 anni ma mancavano piscine convenzionate; voleva che chiunque poteva avere facoltà di studiare a prezzi modici per ottenere una patente nautica affinché potesse lavorare come skipper. Scongiurava inoltre l'inquinamento dovuto alle grandi navi sollecitando la messa in posa di attacchi elettrici nel porto per queste. L'artista sognava inoltre il lungomare di Napoli come la Barceloneta, o come quello di Rio De Janeiro. Tutte cose che solo a distanza di 50 anni si sono realizzate.
  3. BELVEDERE ASSENTE: alla vostra destra in alto, potete ammirare un remake di Belvedere del grande artista M. C. Escher. Sì, noterete che trattasi di un'architettura impossibile per l'intreccio delle colonne. Un contesto quindi impossibile. Distopico. Alterato. Era, secondo il nostro "Mr. Impossible", un modo per far notare l'assenza di luoghi in spazi aperti dove poter rilassarsi ammirando panorami e godere del profumo dei giardini. All'epoca infatti, molti luoghi del genere in città erano negati, disfatti, inaccessibili. Basti pensare che al Parco dei Camaldoli l'accesso all'arena era chiuso, al Bosco di Capodimonte non era possibile sdraiarsi senza camicia per prendere il sole come invece accadeva in tanti altri parchi e giardini all'estero.
  4. TEMPO SCADUTO: sotto a sinistra, un'immagine dai grandi contenuti simbolici. Un forte atto d'accusa all'inettitudine di un certo sistema politico dell'epoca. Il politico seduto sulla punta della poltrona, pronto ad andar via per ottenere una poltrona migliore. Ma, se notate, ci sono i cubumani, persone con la testa a cubo. All'epoca si diceva "con la testa quadrata" ma l'artista tendeva a vedere le cose sempre in dimensioni espanse. Sono cubi di speranza, i cubumani erano gli umani che, con il loro senso civico, formavano una catena che ribaltava l'irrealtà riportando in sesto il mondo. Il mare e il cielo per loro non potevano restare invertiti. Nessun mondo sottosopra concedevano.
  5. CRIPTA: l'immagine n°5 fu realizzata nel sofferto periodo in cui si desiderava che la Cassa Armonica della Villa Comunale fosse rimessa in sesto. Se osservate bene, al centro c'è un nucleo formato da due calotte (la cupola della Galleria Umberto). Queste accolgono tutti i monumenti a rischio di Napoli e si richiudono avvitandosi su sé stesse preservandoli. Se osservate bene la parte superiore e quella inferiore, potete immaginare che queste pure si richiudono come se fosse un porta gioie. Non prima che le due scale laterali si siano ritratte come due braccia che avevano porto verso il nucleo il monumento da salvare. Vi leggo una nota che scrisse l'autore recuperata da uno dei suoi taccuini: <<L'intenzione è quella di animare l'immagine. Realizzare un rendering animato a bassissima velocità in stile Bill Viola, per poter rendere l'idea del tutto. Tra lavorazione e acquisto di uno schermo al plasma 70x100 per mostrare in loop l'animazione, servono ca. 2.000,00 euro. Ci vorrebbe un mecenate...>>. Oggi purtroppo non sarebbe più possibile realizzare questo sogno dell'artista perché, per sua volontà, tutti gli hard disk che contenevano i suoi lavori furono distrutti alla sua morte.
  6. SAVE PARTHENOPE: immagine senz'altro un po' fumettistica ma non priva di contenuto. La capa 'e Napule della sirena Partenope sembra risucchiata dal mare da una tromba marina. Concettualmente è la città che affonda. Una bolla cerca di issarla per mezzo di robuste corde. Ma non sappiamo se quella bolla esploderà dissolvendosi nel nulla. Non si sa, dopo il congelamento della storia in questo frame, cosa accadrà. Marco Maraviglia oggi sarà fiero di noi che siamo invece riusciti a non far affondare Napoli, riportando la città nel suo massimo splendore con trasporti pubblici invidiati dagli svizzeri, parchi pubblici che Versailles ci fa un baffo, il più grande museo del mondo sito nel Palazzo Fuga. Un vero peccato che oggi non ci sia più per ammirare la sua città. Ma forse meglio così. Altrimenti non avrebbe potuto realizzare queste sue inesistenze.


Grazie per la visita e ricordate di ritirare il catalogo completo all'uscita.
Offerto gratuitamente dalla Fondazione Impossible Naples :)
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Shelter, il rifugio, la città protetta di​ Marco Maraviglia

5/10/2020

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Foto
Shelter nasce il 2 ottobre 2020.
Shelter è la sicurezza.
È il rifugio in una cupola di cristallo.

Nata dall'insofferenza per questa situazione pandemica che stiamo vivendo tutti dove lo stile di vita si è trasformato da libero a il concetto di proteggerci e proteggere.
Sopra di noi un cielo tenebroso, intorno invece, un mare quieto e sereno: la speranza!!!

All'interno di Shelter una metropoli che rappresenta l'economia della città. Il mondo produttivo.
Isolato ma autonomo. Protetto.
L'umanità osserva dalle finestre il mare, la libertà, e attende che quella cupola di cristallo si dissolva.
Shelter è la salvezza. È la speranza.
Shelter è il rifugio di tutti.
E quando tutto finirà renderò il cielo azzurro e rimuoverò la cupola di cristallo.
E non solo...
Shelter porta fortuna
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Belvedere che non c’è

11/9/2020

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L’immagine di Marco Maraviglia che denuncia gli spazi negati

Foto
Belvedere inesistente © Marco Maraviglia (Ispirata a Belvedere di M. C. Escher)
Belvedere è inesistente.
Si vede, anzi, si immagina, ma non c’è. Perché è impossibile che ci sia: è un’architettura impossibile ispirata da un’opera di Escher.
Incostruibile, un edificio distopico, alterato. Un castelletto che se ci entri, se riuscissi ad entrarci, probabilmente non ne usciresti più fuori.
Perché le colonne ti intrappolerebbero nella loro non-prospettiva, nella loro non-dimensione. Come un labirinto che si richiudesse su te stesso.
 
Belvedere è un’immagine mentale che solo dalla creatività di Escher e pochi altri artisti di Optical Art, poteva essere realizzata almeno in due dimensioni.
Non è una prospettiva. Non è una prospettiva umana, aggiungo.
Belvedere è un’immagine di denuncia.
È contro gli spazi negati o inesistenti delle città che non sono urbanizzate a misura d’uomo.
L’apoteosi delle cattedrali nel deserto. O del deserto delle città.
 
Parchi e giardini malandati. Alberi mozzati e non ripiantati. Aiuole degradate. Passeggiate al cestino dei rifiuti traboccante.
Spiagge negate.
Sì, spiagge negate come quelle degli stabilimenti balneari che a settembre sono praticamente vuote mentre il popolo si riversa sulle poche decine di metri quadrati di quelle libere.
Il divario degli spazi. Spazi vuoti contro le alte concentrazioni umane, oltre una staccionata che confina i meno abbienti.
Perché non riformulare le concessioni degli stabilimenti balneari concedendo più spazio al popolo nel mese di settembre?
 
Strisce blu e strisce bianche. Quelle? Un altro divario.
Signori! Io sono io e voi non siete un…
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A sinistra: Belvedere di M. C. Escher; a destra: particolare del Chiostro di Monteoliveto (Napoli). Immagini di partenza per "Belvedere inesistente" di Marco Maraviglia
Terrazze chiuse al tramonto.
A Napoli Castel dell’Ovo e Castel S. Elmo la fanno da padroni quanto a panorami mozzafiato.
Il Parco dei Camaldoli pure non scherza in alcuni scorci.
Ma ci sono orari di chiusura. E frasche, staccionate e recinti che ne impediscono l’accesso.
Certo, occorrerebbe maggiore sorveglianza per evitare che i balordi si portino bottiglie di alcoolici da tirare poi dall’alto come qualcuno fa dal Largo San Martino.
Ma non credo che sia qualcosa di impossibile.
Abbiamo o non abbiamo quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza? Bene, perché non evitargli la frustrazione di prender soldi senza far nulla?
Non potrebbero vigilare quei luoghi che normalmente sono chiusi la sera?
Non potrebbero risistemare parchi e giardini?
Io non conosco la risposta, perciò me lo chiedo.

 
Sono tempi in cui occorrerebbe trovare soluzioni per spalmare le movide. Per evitare che diventino covide. Movide al Covid fatte di assembramenti dove la distanza è un optional.
 
D’estate la sera il popolo si riversa sul Ponte di Bellaria a Miano per trascorrere un paio di ore al fresco.
Ma, paradossalmente al nome della via, da lì sotto arrivano le esalazioni non tanto benefiche di scarichi che sono perpetuati nel Vallone di Miano. Da anni!

Si rimetta la camicia!!!
Al Bosco di Capodimonte se ti stendi su un telo e ti togli la camicia per prendere un po’ di sole leggendo un libro vieni richiamato. "Violazione del regolamento". Sei indecente!!!
E sogni la Barceloneta, Nizza, il lungomare di Rio...

Spazi, passeggiate, percorsi ludici e interattivi per bambini. Attrezzature sportive per skaters. Piste di pattinaggio. Piscine. Moli per diportisti. Percorsi nei parchi per chi ha cani. Fontane (chi ha detto che non è possibile evitare lo spreco dell’acqua?).
Senza che una folata di vento possa far mangiare polvere a chi passeggia in Villa Comunale.
E il Molo San Vincenzo? Perché non se ne fa ancora nulla?
E Palazzo Fuga, l’ex Albergo dei Poveri?
 
Sì, sì, questa non è la Svizzera dove ci sono treni con le coperture in vetro per far gustare il paesaggio ai passeggeri e dove anche la scarpetta usata di Pietro Mennea diventa un cimelio da business esponendola nel Museo Olimpico di Losanna.
Ma abbiamo punti di partenza. Da rivalutare. Potenziare. Attrezzare.
“Non ci sono soldi”.
Ma la volontà di programmare a lunga scadenza c’è?
 
Niente di personale. Solo per il benessere urbano della collettività.
 
Marco Maraviglia

Vedi la genesi dell'opera

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Le Metropolis inesistenti. Visioni di città impossibili

14/7/2020

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Questa è una piccola ricerca esclusiva su uno spaccato di visioni architettoniche ed urbanistiche. Probabilmente agli accademici storici dell’arte non piacerà. Perché scritta da uno non titolato che non frequenta i loro salotti.
O forse sì, magari se ne approprieranno senza citare la fonte di chi svolge, da alcuni anni, una personale ricerca sulle città impossibili, sulle “inesistenze”. Sugli improbabili spazi urbanistici ricreati grazie all’immaginazione di artisti del passato e del presente.
Sono graditi commenti e segnalazioni di ulteriori artisti del genere.

 
Andiamo in ordine cronologico…
 
La Roma impossibile di Cimabue
La prima immagine che vedete è un dettaglio tratto da una volta della Basilica superiore di Assisi.
Cimabue vi dipinse gli Evangelisti e, in questo dettaglio, c’è una visione particolare di Roma.
Pur non esistendo numerose documentazioni visive di Roma risalenti al medioevo, è evidente che l’agglomerato di edifici accatastati tra loro, non rispettano la normale collocazione topografica. Trattasi di alcuni tra i principali monumenti della città.
Si distinguono San Pietro (prima della sua ricostruzione), Castel Sant’Angelo, la Meta Romuli (ora distrutta), la Torre delle milizie, il Pantheon, il Palazzo senatorio del Campidoglio.
L’opera è stata datata intorno al 1277-1280 circa.
 
Credo che questa sia la prima visione impossibile di una città. Il primo “fotomontaggio” mai realizzato nella storia dell’arte.
Cimabue un genio? Sì, se si considera anche l’episodio di Giotto che dipinse una mosca su un dipinto e il suo Maestro nel cercare di scacciarla, riconobbe al suo allievo altrettanta genialità dicendo probabilmente <<l’allievo ha superato il Maestro>>. Solo un genio può riconoscere un altro genio.
Foto
El Greco il pittore cartografico che barò
Qui siamo invece tra il 1604 e il 1614 e sembra che solo a distanza di oltre 300 anni ci troviamo di fronte a un altro esempio di città impossibile. Stravolta nel suo reale assetto urbanistico.
Si tratta della vista della città di Toledo realizzata da El Greco. 
 
Questa visione di Toledo non è possibile da nessun punto di vista reale nello spazio. Questa vista è un montaggio complesso; una rappresentazione composta da un montaggio in cui si interpongono oggetti “fotografati” singolarmente che, in natura, si nascondono l'un l'altro o girano indietro lo spettatore.
- Sergei Mikhailovich Eisenstein
 
È una rappresentazione della città in due dimensioni, statica, che presuppone il mutamento dei punti di vista dove lo spettatore si sposta.
Stiamo parlando praticamente, di “immagini in movimento”. Quasi come se anticipassero il montaggio cinematografico. Il dinamismo in un’immagine statica. Definibile “cinematismo visivo”. Ma non è cubismo.
Foto
Didien Barra, l’arte condivisa e la prima Napoli impossibile
San Gennaro protegge la città di Napoli (1652; presso Arciconfraternita dei Pellegrini – Napoli).
E anche qui abbiamo una sorta di ricostruzione topografica “assonometrica”, realizzata da Didien Barra, dove il cinematismo visivo serve a mostrare il lato migliore degli edifici come la facciata del Palazzo Reale che in realtà è ubicata al lato opposto (v. dettaglio foto in basso).
È comunque un dipinto eccezionale anche perché basato solo su una cartografia: all'epoca non esistevano elicotteri o droni per poter riprendere da un tale punto di vista.
Il quadro completo è con San Gennaro dipinto da Onofrio Palumbo.
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Foto
Canaletto il capriccioso
Capriccio con edifici palladiani 1756-1759.
L’abbiamo capito, no? I capricci (d’artista) erano quelle reinterpretazioni visionarie che pittori e incisori visualizzavano reinventando luoghi, decontestualizzandoli, creando illusioni architettoniche, urbanistiche.
In questo dipinto di Canaletto, che sembra una vista di Venezia a tutti gli effetti, in realtà vi sono rappresentati edifici che sono ubicati in altre città.
A destra c’è la Basilica Palladiana e a sinistra Palazzo Chiericati (entrambi di Vicenza) e al centro il Ponte di Rialto di Venezia, sì, ma è una versione mai realizzata. Tutti edifici progettati da Andrea Palladio.
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Piranesi, ristrutturatore dell'antichità
Le antichità romane (1756)
 
Quando mi accorsi che a Roma la maggior parte dei monumenti antichi giacevano abbandonati nei campi o nei giardini, oppure servivano da cava per nuove costruzioni, decisi di preservarne il ricordo con le mie incisioni. Ho dunque cercato di mettervi la più grande esattezza possibile.
- Piranesi
 
Le opere di Piranesi riassumevano in un unico “capriccio”, archeologia, mito, invenzione e storia del suo tempo. Ricostruzioni immaginate, probabili, ricche di dettagli, ma non veritiere. 
Foto
Marianne Brandt, la donna della Bauhaus
Unsere irritierende Großstadt, (La nostra città irritante), è del 1925.
È l’era del dadaismo. Nasce il collage. Ritagli di giornali vengono ricomposti con la colla per scopi puramente artistici ma la grafica coglie l’opportunità per impaginare manifesti o illustrare copertine di libri.  La Bauhaus abbraccia questa tecnica, o per ricerca o per la comunicazione, accogliendone gli artefici come Marianne Brandt, Paul Citroen, Laszlo-Moholy-Nagy.
L’individuo è assordato dal caos della vita quotidiana, dalla frenesia di una metropoli in cui avvengono fatti che si sovrappongono. Eventi politici, progresso industriale, manifestazioni sportive. Tanta roba che attraverso questa immagine traspare il bisogno di avere il tempo necessario per metabolizzare gli effetti della metropoli. Resettarsi. L'opera anticipa la sindrome da rivoluzione del progresso: lo stress da città che sarà. Quasi prevedendo gli effetti psico-sociali della folle corsa alla ripresa del dopoguerra. 
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Paul Citroen, il collage che ispirò il film Metropolis
Metropolis (1926)
È quella che ritengo icona sacra delle metropoli visionarie contemporanee. Il La. 
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M. C. Escher, l'artista che realizzava l'impossibile
Planetoide tetraedrico (1954)
Cronologicamente a Piranesi, come grande incisore visionario, gli succede M. C. Escher. Qualcuno dice che è il Padre dell’Optical Art anche se lui non non si è mai immedesimato in alcuna etichetta.
È il genio che ha stravolto la prospettiva rendendola impossibile. Anche se a scuola era un pessimo allievo soffrendo di discalculia. Anche se fisici e matematici lo vollero come conferenziere in alcuni loro meeting.
Questa sua immagine anticipa in un certo senso il cinema di fantascienza ricordando Upside down (Il mondo di sopra). Anche se invece sono stati utilizzati altri suoi concept in Inception (la scala di Ascendente e discendente) o in Labyrinth (le scale di Relatività).
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Jerry N. Uelsmann, le creazioni in camera oscura
Col passar dei secoli le tecniche per visualizzare l’immaginifico si perfezionano, cambiano.
E così dalla pittura e l’incisione si passò alla fotografia dove il pioniere Henry Peach Robinson (1830-1901) di cui segnalo il fotomontaggio realizzato in camera oscura, anche se con più passaggi, di Fading Away.
Eliografie, stampe a mezzi toni, fotomontaggi “in chiaro”, venivano utilizzati per realizzare simulazioni verosimili di progetti architettonici da Le Corbusier e Mies van der Rohe nella prima metà del ‘900.
Ma si trattava di progetti, frutto di visioni da archistar ma nulla di stravolgente, sotto il profilo della distorsione della realtà.
 
Ma bisogna arrivare agli inizi degli anni ’80 per vedere i primi scorci urbanistici surreali realizzati da Jerry N. Uelsmann (11 giugno 1934). Un poeta della fotografia che fotomontava le sue visioni interamente in camera oscura.
(foto: Senza titolo; 1982)
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Photoshop e dintorni
Con l’arrivo del Photoshop e di altri software per il rendering, dal 2000 ca. in poi, tutto è cambiato. Basta colla Coccoina e ritagli di giornali. Basta bacinelle e luce rossa e si è avuta finalmente una grande produzione di città impossibili. Digitali. Fantastiche. Verosimili a volte.
Se avete letto fin qui, potete dare un’occhiata in rete ai lavori di quelli che ritengo tra i migliori del genere: Emily Allchurch, Giorgio Lo Cascio, Barbara Nati, Victor Enrich Tarres, Jim Kazanjian, Franco Donaggio, Aydin ​​Büyüktaş e, naturalmente, non perdetevi me, Marco Maraviglia e il mio Impossible Naples Project.
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Gli albori delle mie "inesistenze"

12/7/2020

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A 11-13 anni mio padre mi mostrò in camera oscura come aveva realizzato alcune stampe foto-grafiche: erano i cosiddetti rayogrammi.
A quell'età mi consentiva di usare la camera oscura per sperimentare, previa raccomandazione di non aprire i barattoli delle polveri magiche e pericolose: metolo, idrochinone, solfito, metabisolfito, soda caustica...
​
Versavo nelle bacinelle i liquidi che mio padre aveva già preparato. Accendevo la luce rossa. Buio!
Più che stampare le mie foto, mi piaceva impressionare la carta sotto la luce dell'ingranditore poggiandoci posacere in vetro, pastelli, garza...
Ed ottenevo i miei rayogrammi.
Negli anni '80 realizzai qualche sandwich (sovrapposizione di diapositive) avendone visti alcuni del grande fotografo Art Kane.
Casuali, senza progettarli.
Sono questi delle foto sotto. Soltanto questi.

Non ho mai avuto la costanza di fare sempre la stessa cosa a meno che non mi sembra che ne valga la pena.

Negli anni '90 avevo la Nikon FM2 che consentiva di fare doppie esposizioni per poter raggiungere effetti analoghi ai sanswich. Ma non ci ho mai provato perché sarebbe stata una sperimentazione costosa per le mie tasche.
All'epoca un rullino da 36 pose costava intorno le 5mila lire. E mettici il costo dello sviluppo in laboratorio...
Non so se rendo.
Era prima che iniziassi a usare il Photoshop.
Erano gli albori delle mie inesistenze.
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Metropolis XXI sec., la presentazione nella Galleria Principe di Napoli

10/10/2019

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Il 29 settembre è stata svelata al pubblico l'ultima "inesistenza" di Marco Maraviglia

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La vera storia della performance di Metropolis XXI sec.
In occasione della presentazione di Metropolis XXI sec. ho tenuto una breve "performance".
 
Era un piccolo regalo che volevo fare ai presenti.
Non sono un performer, non sono un mimo e nemmeno un attore ma l'ho fatta.
Volevo rappresentare il trasferimento della "mega-cartolina", nel cuore di chi c'era.
Non so se ci sono riuscito.
Non l'avevo provata, era un'idea che avevo avuto il giorno prima e pensavo a come concretizzarla.
 
In realtà, come tutti i presenti avranno capito, era anche un po' uno sfottò alla Pomp-Art, l'arte pompata di aria da un certo sistema mediatico e di marketing dell'arte.
Mica Time-Art, quella dove ogni opera è realizzata anche nel giro di un anno come Metropolis XXI sec.
Come sfottò erano anche gli stralci delle recensioni scritte da personaggi inesistenti.
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Metropolis XXI sec. di Marco Maraviglia arriva in Galleria

17/9/2019

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Il 29 settembre alle ore 12.00 in punto sarà svelata nella Galleria Principe di Napoli l’ultima “inesistenza” dell’Impossible Naples Project di Marco Maraviglia: Metropolis XXI sec.
I ritardatari si perderanno una piccola emozione.

 
Le “inesistenze” sono dettagli delle fotografie del mio archivio fotografico di Napoli decontestualizzati e riassemblati generando immagini di una Napoli impossibile e surreale. Trattasi di opere che innescano un meccanismo identitario presso il pubblico partenopeo.
 
Ecco alcune mie riflessioni…
 
Perché “Metropolis”?
Erano diversi anni che Metropolis 1923 di Paul Citroen mi era entrata nella testa come tante altre opere indimenticabili di altri artisti che ormai si sono infilate in quei neuroni a prova di Alzheimer.
Un collage che, nonostante “l’età”, lo trovo estremamente contemporaneo e avveniristico.
Da piccolo facevo anch’io dei collage, il Photoshop non esisteva ma ritagliavo le foto dei giornali “scontornandole” con le forbici e assemblandole su del cartoncino con la profumatissima Coccoina, la colla che molti millennials non conoscono.
 
L’opera di Citroen mi ha dato il LA, mi ha ispirato. Inizialmente stavo componendo la mia inesistenza con la stessa tecnica dell’opera di Paul Citroen: edifici ritagliati col Photoshop, senza scontornarli maniacalmente come mio solito e sovrapponendoli senza regole, obliqui tra di loro, i più grandi dietro rispetto ai più piccoli…
Ma poi è prevalso il lato maniacale che è in me, anche per rispettare lo stile delle altre immagini che ho realizzato finora, ed ho pensato di realizzarne una mega-cartolina di Napoli formato quadrato.
 
“Cartolina” un termine che sminuisce il lavoro?
Perché? Tanti di noi custodiscono ancora gelosamente le cartoline ricevute dagli amici. Hanno un valore affettivo inestimabile. Questa per me è un omaggio, un inno alla mia città. L’intenzione dell’evento è come voler spedire la mia cartolina nel cuore e nella mente di tutti quelli che saranno presenti.
Lasciare una piccola traccia in quei neuroni a prova di Alzheimer di chi ci sarà.
 
Quanto tempo ci ho messo per realizzare Metropolis XXI sec.?
Ci ho lavorato nell’arco di un anno, ma non tutti i giorni. Sono giunto a questa prima versione che non è la definitiva perché in occasione della presentazione saranno distribuite schede a grafici, fotografi, architetti, esperti di manipulation-photography, per avere suggerimenti.
È una pratica che adottai anche per mettere a punto Metamorfosi Reloaded, il panorama di Napoli più lungo del mondo e funzionò.
 
Un momento di arte partecipata, quindi…
Sono del parere che il pubblico deve interagire con le opere, deve riflettere, si deve divertire. Pistoletto, Abramović, Vito Acconci e tanti altri stabilivano spesso un rapporto interattivo col pubblico.
Anche M. C. Escher a volte teneva performance stampando dal vivo alcune sue incisioni.
 
Escher, sfogliando il catalogo, alcune “inesistenze” ricordano lui
C’è tutta la parte dei suoi disegni impossibili che mi ha affascinato fin da piccolo.
Ho sempre amato le illusioni ottiche in genere. Escher è stato il primo ad andare oltre la prospettiva dimostrando che abbiamo grandi limiti mentali e visivi. Tendiamo metaforicamente a vedere la Terra piatta.
Ci sono due sue opere alle quali mi sono ispirato in maniera palese: Gallery e Su e giù.
 
Cosa mi aspetto dall’evento?
Non sarà l’occasione adatta per vendere l’opera. L’ho concepito per il motivo suddetto: “spedire una cartolina nel cuore e nella mente degli appassionati di Napoli”.
Sarà una festa per chi ci sarà. Un momento di incontro divertente, magari per farsi un selfie con l’opera come sfondo alla Felice Caccamo.
E tutto ciò avverrà anche grazie ai mecenati che hanno sostenuto l'opera e l'evento con delle donazioni accessibili e che saranno citati in tale occasione.
Chi vuole acquistare mi contatta privatamente o potrà venire al PAM – Photo Art Market di cui si terrà la III edizione il 25 e 26 ottobre alla Fondazione Real Monte Manso di Scala (via Nilo, 34) e dove troverà anche altri fotografi che proporranno le loro foto.
 
 
Metropolis XXI sec., presentazione beta (prova d’artista)
Galleria Principe di Napoli
29 settembre dalle 11.00 alle 13.00
Ingresso libero
Info: [email protected]
Cell. +39 328 5923487
www.impossiblenaples.weebly.com
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