Da alcuni appunti del 27 luglio 2013 Eccola qui: "Da Nessuna Parte". Oltre 6 mesi nel mio Mac e non riuscivo a terminarla. Non so se il febbrone a 39 che mi è venuto nei giorni scorsi sia stato per lo stress, per aver deciso di volerla terminare. Fatto sta che coi brividi di freddo che avevo addosso ci lavoravo lo stesso perché io, anche se ho 2 decimi di febbre, credo di stare per morire e questa "cosa" (perchè di "cosa" si tratta) non poteva restare incompiuta. L'ispirazione è sicuramente escheriana o forse ricorda il Nastro di Möbius, ma qui ho volutamente falsare ogni regola prospettica per dare un messaggio positivo in contrasto col titolo: la nostra mente è limitata da regole, canoni, misure e il nostro dovere umano è quello di cercare di andare oltre il pensiero convenzionale. Se non deformiamo ciò che pensiamo, ciò che osserviamo, non creiamo evoluzione. L'ottimo Escher si rivolterebbe nella tomba vedendo una roba del genere perchè lui era un tecnico: figure impossibili sì, ma sempre con eccezionali studi prospettici e geometrici dietro ogni suo disegno. Non a caso gli conseguirono una laurea ad honorem per i suoi studi cristallografici. "Da nessuna parte", coincidenza vuole che proprio ieri ho visto "La grande bellezza" con Tony Servillo nel quale film si esprimeva il concetto più deprimente della vita. "Da nessuna parte" fa parte del progetto Impossible Naples. "Da nessuna parte" non è fotografia, non è arte (nemmeno Escher fu considerato un artista dai suoi contemporanei), ma è un modo di pensare, un modo di approcciarsi con il mondo intorno. Un modo folle? La follìa non esiste, la follìa è di chi non osserva oltre la propria immaginazione.
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Henry Peach Robinson (1830-1901); pittorialista, è stato il fotografo inglese più influente della seconda metà del 19° secolo. È stato il pioniere del fotomontaggio. A 21 anni Robinson era un pittore dilettante abbastanza precoce per avere un suo quadro esposto alla Royal Academy di Londra ma la sua vera grande passione era la fotografia e nel 1857 aprì un proprio studio fotografico dove, oltre a realizzare ritratti su commissione, sviluppò la sua tecnica di ripresa di più soggetti separatamente e della successiva sovrapposizione delle lastre fotografiche per stampare fotografie che richiamavano le atmosfere pittoriche contadine del periodo. “Fading away” (Scomparendo) del 1858 è il risultato della sovrapposizione in fase di stampa di cinque lastre. In “Tunbridge wells”, il cielo fa parte di un'altra lastra rispetto a quella del resto del paesaggio. Cento vite non possono bastare per conoscere tutto il conoscibile. Scoprire per apprendere. Studiare, imparare, osservare, con l'entusiasmo della curiosità. Su internet c'è tutto. Quasi tutto. Il Sapere è a portata di mano ma se non sai che esiste, non puoi cercarlo sul web. Allora ci sono i musei, gli archivi, le pinacoteche, le emeroteche, i depositi, i mercatini delle pulci... che esplori, vedi da vicino e trovi senza cercare. E in mezzo alla gran quantità di informazioni che ricevi, c'è qualcosa che ti attira, come quando un amico ti guarda dall'altro marciapiede e ne avverti la presenza come per magia. Io questo Henry Peach Robinson non lo conoscevo, eppure avrei dovuto. Mi è capitato di "incontrare" alcune sue immagini presso il Museo Albertina di Vienna. È il pioniere dei fotomontaggi. Una radice del Photoshop e chi oggi realizza fotomontaggi digitali in postproduzione, non può non conoscerlo. ENGLISH VERSION |
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