Da alcuni appunti del 27 luglio 2013 Eccola qui: "Da Nessuna Parte". Oltre 6 mesi nel mio Mac e non riuscivo a terminarla. Non so se il febbrone a 39 che mi è venuto nei giorni scorsi sia stato per lo stress, per aver deciso di volerla terminare. Fatto sta che coi brividi di freddo che avevo addosso ci lavoravo lo stesso perché io, anche se ho 2 decimi di febbre, credo di stare per morire e questa "cosa" (perchè di "cosa" si tratta) non poteva restare incompiuta. L'ispirazione è sicuramente escheriana o forse ricorda il Nastro di Möbius, ma qui ho volutamente falsare ogni regola prospettica per dare un messaggio positivo in contrasto col titolo: la nostra mente è limitata da regole, canoni, misure e il nostro dovere umano è quello di cercare di andare oltre il pensiero convenzionale. Se non deformiamo ciò che pensiamo, ciò che osserviamo, non creiamo evoluzione. L'ottimo Escher si rivolterebbe nella tomba vedendo una roba del genere perchè lui era un tecnico: figure impossibili sì, ma sempre con eccezionali studi prospettici e geometrici dietro ogni suo disegno. Non a caso gli conseguirono una laurea ad honorem per i suoi studi cristallografici. "Da nessuna parte", coincidenza vuole che proprio ieri ho visto "La grande bellezza" con Tony Servillo nel quale film si esprimeva il concetto più deprimente della vita. "Da nessuna parte" fa parte del progetto Impossible Naples. "Da nessuna parte" non è fotografia, non è arte (nemmeno Escher fu considerato un artista dai suoi contemporanei), ma è un modo di pensare, un modo di approcciarsi con il mondo intorno. Un modo folle? La follìa non esiste, la follìa è di chi non osserva oltre la propria immaginazione.
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