L’immagine di Marco Maraviglia che denuncia gli spazi negati Belvedere è inesistente. Si vede, anzi, si immagina, ma non c’è. Perché è impossibile che ci sia: è un’architettura impossibile ispirata da un’opera di Escher. Incostruibile, un edificio distopico, alterato. Un castelletto che se ci entri, se riuscissi ad entrarci, probabilmente non ne usciresti più fuori. Perché le colonne ti intrappolerebbero nella loro non-prospettiva, nella loro non-dimensione. Come un labirinto che si richiudesse su te stesso. Belvedere è un’immagine mentale che solo dalla creatività di Escher e pochi altri artisti di Optical Art, poteva essere realizzata almeno in due dimensioni. Non è una prospettiva. Non è una prospettiva umana, aggiungo. Belvedere è un’immagine di denuncia. È contro gli spazi negati o inesistenti delle città che non sono urbanizzate a misura d’uomo. L’apoteosi delle cattedrali nel deserto. O del deserto delle città. Parchi e giardini malandati. Alberi mozzati e non ripiantati. Aiuole degradate. Passeggiate al cestino dei rifiuti traboccante. Spiagge negate. Sì, spiagge negate come quelle degli stabilimenti balneari che a settembre sono praticamente vuote mentre il popolo si riversa sulle poche decine di metri quadrati di quelle libere. Il divario degli spazi. Spazi vuoti contro le alte concentrazioni umane, oltre una staccionata che confina i meno abbienti. Perché non riformulare le concessioni degli stabilimenti balneari concedendo più spazio al popolo nel mese di settembre? Strisce blu e strisce bianche. Quelle? Un altro divario. Signori! Io sono io e voi non siete un… Terrazze chiuse al tramonto.
A Napoli Castel dell’Ovo e Castel S. Elmo la fanno da padroni quanto a panorami mozzafiato. Il Parco dei Camaldoli pure non scherza in alcuni scorci. Ma ci sono orari di chiusura. E frasche, staccionate e recinti che ne impediscono l’accesso. Certo, occorrerebbe maggiore sorveglianza per evitare che i balordi si portino bottiglie di alcoolici da tirare poi dall’alto come qualcuno fa dal Largo San Martino. Ma non credo che sia qualcosa di impossibile. Abbiamo o non abbiamo quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza? Bene, perché non evitargli la frustrazione di prender soldi senza far nulla? Non potrebbero vigilare quei luoghi che normalmente sono chiusi la sera? Non potrebbero risistemare parchi e giardini? Io non conosco la risposta, perciò me lo chiedo. Sono tempi in cui occorrerebbe trovare soluzioni per spalmare le movide. Per evitare che diventino covide. Movide al Covid fatte di assembramenti dove la distanza è un optional. D’estate la sera il popolo si riversa sul Ponte di Bellaria a Miano per trascorrere un paio di ore al fresco. Ma, paradossalmente al nome della via, da lì sotto arrivano le esalazioni non tanto benefiche di scarichi che sono perpetuati nel Vallone di Miano. Da anni! Si rimetta la camicia!!! Al Bosco di Capodimonte se ti stendi su un telo e ti togli la camicia per prendere un po’ di sole leggendo un libro vieni richiamato. "Violazione del regolamento". Sei indecente!!! E sogni la Barceloneta, Nizza, il lungomare di Rio... Spazi, passeggiate, percorsi ludici e interattivi per bambini. Attrezzature sportive per skaters. Piste di pattinaggio. Piscine. Moli per diportisti. Percorsi nei parchi per chi ha cani. Fontane (chi ha detto che non è possibile evitare lo spreco dell’acqua?). Senza che una folata di vento possa far mangiare polvere a chi passeggia in Villa Comunale. E il Molo San Vincenzo? Perché non se ne fa ancora nulla? E Palazzo Fuga, l’ex Albergo dei Poveri? Sì, sì, questa non è la Svizzera dove ci sono treni con le coperture in vetro per far gustare il paesaggio ai passeggeri e dove anche la scarpetta usata di Pietro Mennea diventa un cimelio da business esponendola nel Museo Olimpico di Losanna. Ma abbiamo punti di partenza. Da rivalutare. Potenziare. Attrezzare. “Non ci sono soldi”. Ma la volontà di programmare a lunga scadenza c’è? Niente di personale. Solo per il benessere urbano della collettività. Marco Maraviglia Vedi la genesi dell'opera
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Giugno 2024
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