“Solo quelli che provano a raggiungere l’assurdo otterranno l’impossibile” - M. C. Escher - Padrone delle tecniche di arte grafica (xilografia, calcografia, litografia) si rende conto che le sue immagini mentali non sono visualizzabili con tali tecniche preferendo quindi i contrasti di colore ai contorni e linee delle incisioni. Escher considera l’immagine mentale cosa ben diversa da un’immagine visiva. La sua frequentazione in alcuni luoghi dell’Italia meridionale (tra cui la costiera amalfitana) gli dà ben più ispirazione di città olandesi, svizzere o belghe. Pur avendo abbandonato la scuola di architettura, resta un profondo osservatore delle architetture alle quali spesso si è ispirato con le sue opere come nelle sue Metamorfosi dove c’è infatti una citazione di Atrani (SA). L’immagine visiva di intrecci di scale e scalinatelle, terrazzini sparpagliati su più livelli, case incastonate l’una sull’altra dove ogni elemento a volte è nascosto da un altro, dove una stradina si sa dove inizia ma potrebbe terminare giusto alle nostre spalle data la struttura contorta e inerpicata delle costruzioni mediterranee, un po' bizantine, moresche, isolane. Pensiamo un attimo alle scalinatelle di Positano o alle case della Corricella di Procida. Centinaia, migliaia di piani che si intersecano tra loro, spesso senza una struttura definita, senza un reticolo, una gabbia di base. Scale a collo d’oca che si perdono in volumi irregolari di case che si intersecano o inglobano a loro volta in altri volumi, ballatoi, terrazzini. Ecco, per chi ha un occhio mentale diverso dal normale, borghi campani o calabresi possono provocare il corto circuito, lo shock emozionale nel proprio immaginario che, se già padrone della tecnica, riesce a visualizzare ciò che vede nella sua prospettiva mentale. Escher ci arriva. Ci arriva non senza avvicinarsi alla ma-tematica (come lui scrive) e quindi alla geometria cristallografica stravolgendone i punti di fuga nella prospettiva, reinventandola per poter giungere alle sue immagini mentali, agli spazi impossibili, ricercando tra l’altro, il modo per esprimere l’infinito all’interno dei limiti della stampa. È comunque consapevole che la perfezione dell’idea visiva presente nella propria mente è impossibile nella sua realizzazione finale e sarà quindi quella più prossima. Ma è anche grazie al modo di trattare la luce e quindi non solo giocando con la prospettiva, che riesce a rendere effetti più drammatici alle sue visioni. Ordine e caos, alto e basso, vicino e lontano, su e giù… sono concetti visivi che ricorrono nell’opera di Escher anche se poi la sua più grande mania sarà quella di riempire il piano con figure che mai si sovrappongono e mai lasciano spazi vuoti, ispirandosi alle decorazioni di ceramiche moresche, divertendosi a rimpiazzare i modelli astratti di tali maioliche con figure riconoscibili e non semplicemente con un ritmo geometrico. Escher, un’artista-matematico che è riuscito a rappresentare l’immagine mentale, lo spazio impossibile grazie all’illusione, prendendo a prestito e stravolgendole, le regole della geometria e le strutture scientifiche dei cristalli. Dopo di lui ancora il nulla. © Marco Maraviglia
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Giugno 2024
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