La targa di ringraziamento dedicata ai sostenitori di Impossible Naples Project ha una sua storia... Eccola! Quando con l’Associazione Photo Polis che ha curato la mostra Impossible Naples Project, abbiamo iniziato a redigere tutti gli step del progetto del crowdfunding, uno dei principali problemi che si era presentato fu la scelta delle ricompense. O meglio, quali ricompense “creare”. Sapete che per i crowdfunding occorre incentivare le donazioni con una ricompensa, un premio, un gadget personalizzato da consegnare al sostenitore a progetto terminato. Per farlo sentire partecipe e per dargli l’opportunità di conservare un ricordo dell’iniziativa intrapresa anche grazie a lui. Per giorni e giorni mi chiedevo quali ricompense potessero avere un’originalità tale da intrigare. Perché sentivo che solo il concept della mostra-happening non bastavano. La maggior parte dei progetti in crowdfunding che analizzai notai che per le donazioni di minimo importo c’era un ringraziamento pubblico sulla pagina Facebook, una semplice mail inviata al sostenitore, una visita a casa e queste erano per me ricompense deboli, effimere. Per me doveva rimanere invece qualcosa in tempi più lunghi. Fu così che immaginai una targa di ringraziamento sulla quale sarebbero stati citati tutti i sostenitori. Anche quelli che avrebbero fatto donazioni di soli 5,00 ma preziosissimi euro. Ma non una semplice targa… Le targhe sono storia. Attraverso le targhe si celebrano per lo più personaggi che hanno realizzato un mondo migliore. Ma una targa, in qualsiasi materiale viene realizzata, resta fissa. Ferma. Inerte. Non mi bastava quindi la classica targa. Insomma, volevo una targa che funzionasse anche come matrice di stampa perché il mio desiderio era quello di poter avere la possibilità di stamparne alcune copie da regalare ad alcuni sostenitori e poter avere un supporto cartaceo da destinare magari ad alcuni archivi. Fu l’amico Carlo Porrini, cultore di arti grafiche, che mi indirizzò verso Officina d’Arti Grafiche di Carmine Cervone col quale intrapresi una chiacchierata per iniziare a capire quali caratteristiche tecniche avrebbe dovuto avere una targa così concepita. Il Maestro Cervone mi riferì che aveva una vecchia tirabozze che poteva essere utilizzata solo per matrici con caratteri a rilievo e quindi scartammo subito l’ipotesi della stampa calcografica. Però un normale cliché non andava bene perché il testo si sarebbe letto al contrario e realizzare un diabolico sistema di specchi per farlo leggere al pubblico nel verso giusto, non avrebbe avuto senso. Ecco, occorreva un cliché trasparente!!! Pensai allora al plexiglass e Carmine Cervone mi suggerì uno spessore minimo affinché la targa-cliché resistesse nella tirabozze. Ma, disse, che occorreva comunque fare una prova su un campione di almeno 10x10cm. Furono poi settimane in cui rincorrevo tutte le aziende che lavoravano il plexiglass. Su internet lessi che c’era la possibilità di inciderlo a laser ma tutti mi dicevano che era una follìa incidere tutta la parte esterna del testo per lasciare solo questo a rilievo. Soltanto un laboratorio volle provare a farlo e ci vollero quarantacinque minuti per incidere un pezzo di 10x10cm. Il risultato fu che i caratteri del testo erano ben leggibili ma il fondo era striato, non aveva un’opacità omogenea. Oltre non si poteva migliorare. Stavo rinunciando all’idea della targa-cliché quando mi venne un flash. Ricordai che all’ingresso di Made in Cloister (ex Chiostro di Santa Caterina a Formiello) c’è una targa con un testo a rilievo e chiesi all’arch. Giuseppe Martiniello come fosse stata fatta. Mi diede il numero di telefono di un certo Paolo Paciello, key-account della F.PE. SpA di Milano, il quale telefonai e gli spiegai cosa avevo intenzione di fare. Illuminato!!! Paolo capì al volo il problema ed ebbe l’abilità mentale di voler sperimentare questa nuova avventura. Disse che la targa esposta da Made in Cloister era una stampa su Dibond a inchiostro stratificato con tecnologia Canon e che era interessato a provare la stampa su metacrilicato trasparente. Ci incontrammo una mattina a Napoli e mi consegnò un campione che servì a fare la prova alla stamperia d’arte di Carmine Cervone. Scoprii solo allora che era napoletano. Sai, uno di quelli che magari si dicono “ma che ci sto a fare qui a Napoli”, ma questa è un’altra storia. La prova di stampa andò a buon fine ed ordinai subito a Paolo Paciello la realizzazione della targa intera con annessi distanziatori per il fissaggio a muro. Il resto è storia. Il 13 dicembre ci fu il finissage della mostra di Impossible Naples Project e, prima della proclamazione del vincitore dell’happening, fu smontata la targa dalla parete del loft del PAN e Carmine Cervone iniziò la sua performance: la stampa di alcune copie della targa con la sua preziosissima tirabozze. Un evento praticamente unico.
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Giugno 2024
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