Ci sono artisti, creativi, che potrebbero contribuire al miglioramento dell'aspetto architettonico, urbanistico e sociale delle città in cui viviamo. Ma occorrerebbe un nuovo Illuminismo o un nuovo Rinascimento. La fantasia al potere! L’immaginazione aiuta ad andare oltre le strutture stereotipate condizionate a volte da scelte convenzionali. Ma chi decide le “convenzioni”? Siamo sicuri che il mondo possa essere regolato sempre da canoni decisi da persone spesso poco illuminate, standardizzate da idee che si rivelano non raramente obsolete rispetto al contemporaneo? Gli artisti sono un serbatoio di idee innovative. Stravolgono la realtà, la reinterpretano, la manipolano, la ricreano, ne violentano la forma e l’indefinibile, cercano di andare oltre il visibile. A volte riuscendoci. ASSOCIAZIONI PER CREARE Ma l’immaginazione non è frutto del nulla. Qualsiasi idea nasce da un frullato di elementi già esistenti. Dalla capacità di associazione e dissociazione di concetti. Dalla volontà passionale di proporre soluzioni e visioni che possono sembrare impossibili ma che poi si rivelano nel tempo realizzabili. È uno scambio reciproco, tra artista e tecnico. L’uno offre visioni, l’altro le “ruba” per realizzarle. L’uno le realizza con le “regole”, l’altro le smonta per comunicare che si può andare oltre. Gustave Doré, pittore ed incisore dell’800, non poteva essere mai stato all’inferno o in paradiso ma riuscì abilmente ad illustrare la Divina Commedia di Dante. Il genio dell’immaginazione, del padre della lingua italiana, si unì alle capacità artistiche di un incisore che riuscì a “vedere” attraverso un testo. L’architettura e l’urbanistica credo che abbiano bisogno di visionari per rendere le città più interessanti o per far riflettere sui danni provocati da certi archistar che rendono le città sempre più aride, metafisiche, non certo a misura d’uomo. Un dipinto di Giorgio De Chirico affascina, per la sua assenza di flora, per l’esasperazione e l’invasione di strutture architettoniche contemporanee che contrastano coi monumenti di altre epoche, dove il tempo è un non-tempo, alienante, lesionista; e sono composizioni che possiamo ritrovare in alcuni contesti urbani che si stanno realizzando nelle città di oggi dove il verde, la logistica degli spazi, sono messi in secondo piano. Sono optional. Il fotomontaggio Metropolis di Paul Citroen (1896-1983) arriva ad esasperare il concetto di città cementificata, un agglomerato di edifici che non lasciano campo a spazi aperti, con totale assenza di spazi ludici, prospettive che si accavallano tra di loro in più punti di fuga dove regna il caos. L’incubo della metropoli. ARTE PUBBLICA E DIBATTITI PER UNA POLIS FELICE Gli assetti architettonici “impossibili” possono aiutare a contemplare e sviluppare un senso diverso delle città. Scrissi alcune cose su quanto lo studio del patrimonio culturale delle città fosse indispensabile per creare città felici e su quanto l’arte pubblica possa condizionare positivamente l’umore dei cittadini. Ma non basta. Osservare, studiare le opere visionarie di alcuni artisti come Le città invisibili di Italo Calvino, potrebbe servire agli architetti ed urbanisti a comprendere meglio il rapporto tra l’universo umano e il cemento. Spesso si organizzano dibattiti, incontri per discutere sul tessuto scenografico, sociale, sul brand delle città ma sono appuntamenti che a volte urtano la suscettibilità degli amministratori delle città, almeno quelli che non riescono ad ascoltare critiche e suggerimenti per trasformarli in fatti. Jean-Jacques Lequeu (1757-1825) probabilmente non avrebbe mai immaginato che il suo progetto visionario L’isola del riposo e dell’amore dopo la pesca si sarebbe poi in parte materializzato oltre un secolo dopo con alcune costruzioni di Hundertwasser (1928-2000). La Casa sulla cascata (1935-1939) di Frank Lloyd Wright ricorda non poco il progetto mai realizzato Casa delle guardie campestri di Ledoux, architetto visionario del preromanticismo. ANDARE OLTRE L'IMMAGINABILE PER RENDERE L'IMPOSSIBILE POSSIBILE Esiste? Non esiste? È impossibile? "Solo quelli che provano a raggiungere l'assurdo, otterranno l'impossibile." (M. C. Escher). E poi… non è importante che si sconfini oltre il pensabile, purché lo si faccia. Se non si osa, chi progetta le città avrebbe meno spunti per renderle migliori. Il cinema fantasy e di fantascienza sono un gran bel serbatoio di visioni architettoniche che possono piacere o meno ma che comunque fanno capire che ogni forma, ogni volume, genera una sua atmosfera, da quella di Gotham City o quella di Blade runner alle abitazioni morbide e naturali come quella di Bilbo Baggins di Il signore degli anelli che ha ispirato la costruzione di un villaggio ecosostenibile in Svezia. Nonostante l’Illuminismo fosse un periodo in cui la precisione prospettica e della luce erano caratteristiche fondamentali nella pittura, il Canaletto ebbe i suoi “lumi” ricreando contesti urbani veneziani coi cosiddetti Capricci. Una roba che oggi è praticata da alcuni fotografi che si divertono a reinventare le città attraverso fotomontaggi realizzati col Photoshop. Si tratta di punti di vista mentali trasferiti nel visibile (tela, foto, scultura…) che contribuiscono a stimolare la percezione della realtà distorta, artefatta, che l’occhio umano tende a ricostruire in base a ciò che conosce. O anche per assorbire spunti per nuovi modi di progettare che possano servire a smuovere il pensiero dell’osservatore o del fruitore, come per le case sottosopra di Alex Chinneck ed altre sparse per il mondo o progettando in funzione della risoluzioni di problemi attraverso il divertimento adottando il concept della Funtheory. Abbiamo menti deboli ma potenzialmente effervescenti. Il malessere delle città va combattuto con punti di vista positivi, originali, dove un appalto dovrebbe essere gestito da artisti, scenografi, fotografi, illustratori, esperti di comunicazione, dai creativi tutti. Per non ritrovarci in luoghi sempre più lontani dalla struttura ideale di una polis. Senza immaginazione non c'è salvezza. Giulio Carlo Argan Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento; fare ciò che è impossibile al talento è genio. Henri-Frédéric Amiel (1821-1881, filosofo svizzero) E' molto divertente fare l'impossibile Walt Disney Intervento disponibile con slide esplicative per scuole ed associazioni che lo richiedano. Contattare Marco Maraviglia
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Giugno 2024
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