La targa di ringraziamento dedicata ai sostenitori di Impossible Naples Project ha una sua storia... Eccola! Quando con l’Associazione Photo Polis che ha curato la mostra Impossible Naples Project, abbiamo iniziato a redigere tutti gli step del progetto del crowdfunding, uno dei principali problemi che si era presentato fu la scelta delle ricompense. O meglio, quali ricompense “creare”. Sapete che per i crowdfunding occorre incentivare le donazioni con una ricompensa, un premio, un gadget personalizzato da consegnare al sostenitore a progetto terminato. Per farlo sentire partecipe e per dargli l’opportunità di conservare un ricordo dell’iniziativa intrapresa anche grazie a lui. Per giorni e giorni mi chiedevo quali ricompense potessero avere un’originalità tale da intrigare. Perché sentivo che solo il concept della mostra-happening non bastavano. La maggior parte dei progetti in crowdfunding che analizzai notai che per le donazioni di minimo importo c’era un ringraziamento pubblico sulla pagina Facebook, una semplice mail inviata al sostenitore, una visita a casa e queste erano per me ricompense deboli, effimere. Per me doveva rimanere invece qualcosa in tempi più lunghi. Fu così che immaginai una targa di ringraziamento sulla quale sarebbero stati citati tutti i sostenitori. Anche quelli che avrebbero fatto donazioni di soli 5,00 ma preziosissimi euro. Ma non una semplice targa… Le targhe sono storia. Attraverso le targhe si celebrano per lo più personaggi che hanno realizzato un mondo migliore. Ma una targa, in qualsiasi materiale viene realizzata, resta fissa. Ferma. Inerte. Non mi bastava quindi la classica targa. Insomma, volevo una targa che funzionasse anche come matrice di stampa perché il mio desiderio era quello di poter avere la possibilità di stamparne alcune copie da regalare ad alcuni sostenitori e poter avere un supporto cartaceo da destinare magari ad alcuni archivi. Fu l’amico Carlo Porrini, cultore di arti grafiche, che mi indirizzò verso Officina d’Arti Grafiche di Carmine Cervone col quale intrapresi una chiacchierata per iniziare a capire quali caratteristiche tecniche avrebbe dovuto avere una targa così concepita. Il Maestro Cervone mi riferì che aveva una vecchia tirabozze che poteva essere utilizzata solo per matrici con caratteri a rilievo e quindi scartammo subito l’ipotesi della stampa calcografica. Però un normale cliché non andava bene perché il testo si sarebbe letto al contrario e realizzare un diabolico sistema di specchi per farlo leggere al pubblico nel verso giusto, non avrebbe avuto senso. Ecco, occorreva un cliché trasparente!!! Pensai allora al plexiglass e Carmine Cervone mi suggerì uno spessore minimo affinché la targa-cliché resistesse nella tirabozze. Ma, disse, che occorreva comunque fare una prova su un campione di almeno 10x10cm. Furono poi settimane in cui rincorrevo tutte le aziende che lavoravano il plexiglass. Su internet lessi che c’era la possibilità di inciderlo a laser ma tutti mi dicevano che era una follìa incidere tutta la parte esterna del testo per lasciare solo questo a rilievo. Soltanto un laboratorio volle provare a farlo e ci vollero quarantacinque minuti per incidere un pezzo di 10x10cm. Il risultato fu che i caratteri del testo erano ben leggibili ma il fondo era striato, non aveva un’opacità omogenea. Oltre non si poteva migliorare. Stavo rinunciando all’idea della targa-cliché quando mi venne un flash. Ricordai che all’ingresso di Made in Cloister (ex Chiostro di Santa Caterina a Formiello) c’è una targa con un testo a rilievo e chiesi all’arch. Giuseppe Martiniello come fosse stata fatta. Mi diede il numero di telefono di un certo Paolo Paciello, key-account della F.PE. SpA di Milano, il quale telefonai e gli spiegai cosa avevo intenzione di fare. Illuminato!!! Paolo capì al volo il problema ed ebbe l’abilità mentale di voler sperimentare questa nuova avventura. Disse che la targa esposta da Made in Cloister era una stampa su Dibond a inchiostro stratificato con tecnologia Canon e che era interessato a provare la stampa su metacrilicato trasparente. Ci incontrammo una mattina a Napoli e mi consegnò un campione che servì a fare la prova alla stamperia d’arte di Carmine Cervone. Scoprii solo allora che era napoletano. Sai, uno di quelli che magari si dicono “ma che ci sto a fare qui a Napoli”, ma questa è un’altra storia. La prova di stampa andò a buon fine ed ordinai subito a Paolo Paciello la realizzazione della targa intera con annessi distanziatori per il fissaggio a muro. Il resto è storia. Il 13 dicembre ci fu il finissage della mostra di Impossible Naples Project e, prima della proclamazione del vincitore dell’happening, fu smontata la targa dalla parete del loft del PAN e Carmine Cervone iniziò la sua performance: la stampa di alcune copie della targa con la sua preziosissima tirabozze. Un evento praticamente unico.
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Artisti del passato ci hanno mostrato luoghi inesistenti, a volte credibili, altre volte hanno anticipato, attraverso la loro opera, idee che sono poi state realizzate anche secoli dopo. Alcuni artisti contemporanei ci propongono nuove visioni suggestive grazie anche all’utilizzo delle tecnologie. Eccone alcuni. Ci sono persone che immaginano oltre il visibile realizzando inesistenze. Il loro universo mentale supera le convenzionali tre dimensioni percependo una sovrapposizione di immagini in piani che tra loro si riflettono, si incastrano si oppongono in contesti visivi restituendoci una visione onirica che, come per alcuni sogni, ci sembra reale o almeno possibilistica. Immaginazione, creatività, osservazione metafisica e surreale. Una sorta di auto-ipnosi fatta senza droghe e senza alcool. Estraneazione dal contesto reale. Meditazione in zen style, direbbe qualcuno. È un esercizio che tutti possono fare ma non tutti ci provano. Il reale si sovrappone all’irreale. O il reale si sovrappone ad altri elementi esistenti generando quelle che io definisco “inesistenze”. Ma se c’è la possibilità di creare inesistenze che possono essere rappresentate in maniera visibile, allora la cosa si fa possibile. Potrebbe. L’impossibile può diventare possibile. Tutto ciò che si pensa è possibile. “Cogito ergo sum”, penso, dunque sono. Mettere tutto in dubbio, anche la realtà stessa. Affidarsi all’intuizione e perseguirla. Averne il coraggio, almeno. “Non è vero ma ci credo” (John Brockman; Ed. il Saggiatore) è un testo che raccoglie le migliori intuizioni di scienziati del mondo che non hanno però gli strumenti per dimostrarle. Come la ricerca scientifica richiede. Probabilmente il tempo darà ragione ad alcuni di loro. Nel post “capricci d’artista” parlavo di Jean-Jacques Lequeu (1757-1825) il cui progetto visionario L’isola del riposo e dell’amore dopo la pesca somiglia non poco all’Hundertwasser Haus (1928-2000). E poi ancora, La Casa sulla cascata (1935-1939) di Frank Lloyd Wright ha una certa affinità con il progetto mai realizzato Casa delle guardie campestri di Ledoux, architetto visionario del preromanticismo. Gustave Doré illustrò la Divina Commedia senza essere mai stato all’inferno o in paradiso… ma lì in fondo, c’era l’aiutino del testo di Dante, un visionario eccellente. Nel corso degli anni il fenomeno visionario si ripete nel campo dell’arte, ricordiamo i dipinti metafisici di Giorgio De Chirico, i “capricci d’artista” di Canaletto, i luoghi impossibili di M. C. Escher, il surrealismo di Magritte o di Dalì. Probabilmente senza il cubismo di Picasso, lo studio delle figure anamorfiche e delle illusioni ottiche, non avremmo avuto un certo salto in avanti nella storia dell’arte riguardo il concetto di rottura dei punti di vista reali. I punti di fuga di una prospettiva non sono più uno o due ma si moltiplicano. Il visionarismo contemporaneo non necessariamente deve portare a una prospettiva anticipatrice della realtà futura per essere definito tale. Basta che ne dia una visione alternativa. Semplicemente diversa. Grazie alle nuove tecnologie digitali come il 3D, il video-mapping, il Photoshop, le tecniche di realtà aumentata ecc., gli artisti hanno maggiori opportunità per realizzare immagini ed installazioni che la pittura o la scultura non consentivano. I nudi della pittura romantica in contesti urbani realizzati dall’artista ucraino Alexey Kondakov possono essere di ispirazione ai coreografi dei tableau vivant, ma assaporare il contrasto della seduzione di un dipinto di Francesco Hayez inserito in una location normalmente degradata di una città moderna, è un’altra cosa. Le meteore di Giorgio Lo Cascio o le sue estreme composizioni extra-metropolitane non istigano affatto alla costruzione di Metropolis affogate da asfalto e cemento armato ma anzi, fanno riflettere su quello che potrebbe essere il rischio di scelte scellerate di urbanizzazione come ad esempio il progetto Aqualta 2060 (una cintura di grattacieli intorno la città di Venezia) di cui Salvatore Settis ne è un fermo oppositore. Philippe Echaroux è un fotografo che ha utilizzato l’idea del mapping proiettando durante la notte le sue foto che ritraggono gli indigeni dell’Amazzonia, sulla vegetazione della foresta creando visioni che contestano il processo di deforestazione. Raffaele Gentiluomo ha recentemente ricreato con animazioni in 3D alcune opere di Magritte. I disegni, le foto, i dipinti, le immagini tutte possono vivere una loro seconda vita. Tecnologica, contemporanea. Visionaria. Forse un giorno potremo toccare con mano le ali degli arcangeli delle annunciazioni di Leonardo o di Giotto. Victor Enrich Tarres unisce Photoshop e vettoriale per realizzare edifici volanti, architetture ripiegate su se stesse e patatine fritte che sbucano dai tetti dei palazzi come se fossero take away giganti o opere mai realizzate di Claes Oldenburg. Una piccola chicca sono delle immagini di Sandro De Angelis, pubblicitario, che per una campagna pubblicitaria non andata in scena, rappresentano una Roma con il Colosseo su una distesa di verde. Il visionarismo estremo di Thomas Barbey ci mostra immagini fotografiche di villaggi lilliputiani, contaminazioni tra paesaggi innevati ed esotici, combinazioni surreali, sinestesie visive in cui spesso la fa da padrona l’illusione ottica dove le proporzioni tra il grande e il piccolo si invertono. Mondi nuovi. Mondi diversi. Sogni che possiamo vedere grazie alle arti figurative e alle nuove tecnologie. Chi altro aggiungere? © Marco Maraviglia Dal 30 novembre al 10 dicembre, visitando la mostra Impossible Naples Project presso il loft del PAN – Palazzo delle Arti Napoli, è possibile partecipare a un gioco di riconoscimento su Napoli per vincere una delle opere esposte. C’è un’opera in palio. Non viene regalata a caso ma bisogna conquistarsela con una dura, durissima prova di riconoscimento. La posta in palio non è da poco perché l’opera non è una semplice foto di Napoli ma una visione. Irreale, surreale. Un’inesistenza, pur realizzata con luoghi e monumenti di Napoli. È in tiratura limitata, stampata fineart su tela canvas, numerata e con certificato di autenticità autografato dall’autore e con tutte le specifiche tecniche. Chi vince potrà scegliere quella che desidera tra quelle che saranno esposte. Tranne Metamorfosi Reloaded, il panorama di Napoli più lungo del mondo perché sarà stampata in unica copia per una lunghezza di 8 metri. Non si regala nulla per niente. Per essere premiati bisogna impegnarsi. Io mi sono già impegnato, per realizzare alcune di queste immagini ci ho messo anche 2-3 mesi. E si sono concretamente impegnati anche oltre 130 appassionati di Napoli affinché questo evento poteva aver luogo. Solo chi è un accanito conoscitore di Napoli potrà farcela. Solo chi è un grande osservatore di Napoli può avere la speranza di vincere. Perché qui non è “l’importante è partecipare” ma partecipare per misurare con se stesso il proprio attaccamento a una delle più belle città del mondo. È una sfida, è il mettere in gioco quel dirsi spesso “io amo Napoli”. Quanto la ami? Quanto la conosci Napoli? Accetti la sfida? REGOLAMENTO DOVE E QUANDO PAN - Palazzo delle Arti di Napoli, via dei Mille, 60 Dal 30 novembre al 13 dicembre 2016. Inaugurazione 30 novembre ore 17.00 (fino alle 20.30) ALTRI DETTAGLI QUI AGGIUNGITI AL GRUPPO FACEBOOK Impossible Naples Project è una mostra-happening che avrà luogo grazie al contributo di oltre 130 appassionati di Napoli e grandi sostenitori che attivamente hanno sostenuto un crowdfunding avvenuto dal 10 giugno al 20 luglio.
DOVE E QUANDO PAN - Palazzo delle Arti di Napoli, via dei Mille, 60 Dal 30 novembre al 13 dicembre 2016. Inaugurazione 30 novembre ore 17.00 (fino alle ore 20.30) LA MOSTRA Dodici immagini di Marco Maraviglia relative a una sua ricerca artistico-professionale che rappresentano la città in maniera metafisica e surreale e che stimolano una percezione visiva insolita della città con luoghi impossibili di Napoli che l’autore definisce “inesistenze” o “visionarismo contemporaneo”. Tra queste vi è Metamorfosi Reloaded, il panorama di Napoli più lungo del mondo che sarà esposto per la prima volta nella sua versione definitiva in una lunghezza di oltre 8m. L'HAPPENING Durante l’esposizione, il pubblico potrà partecipare gratuitamente al riconoscimento dei luoghi e monumenti di Napoli presenti in ognuna delle opere. Basterà prendere all’ingresso una scheda da compilare ed infilarla in un’urna. L’11 dicembre l’organizzazione ritirerà l’urna con tutte le schede per effettuare lo spoglio e contatterà tutti i partecipanti per invitarli al finissage durante il quale sarà proclamato il vincitore. Colui che avrà dato il maggior numero di risposte esatte potrà scegliere come premio una delle opere esposte (esclusa Metamorfosi Reloaded). In caso di ex aequo si procederà a un sorteggio. Al momento del prelievo dell’urna, l’organizzazione applicherà nello spazio espositivo una tabella con le soluzioni. INGRESSO L’ingresso alla mostra e la partecipazione all’happening, saranno gratuiti. CATALOGO Presentazioni di: - Michele Smargiassi - Luca Sorbo BIO MARCO MARAVIGLIA http://impossiblenaples.weebly.com/lautore.html ORGANIZZAZIONE Associazione Culturale Photo Polis (ringraziamenti speciali a Massimo Vicinanza e Livio Caldore). In collaborazione con l'Assessorato Turismo e Cultura del Comune di Napoli e del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli Patrocinio morale del Touring Club Italiano - Club di territorio di Napoli CONTATTI [email protected] Marco Maraviglia cell. 328 5923487 MAIN SPONSOR Leonardo Stampa Digitale GRANDI SOSTENITORI Aeroporto Internazionale di Napoli Medmar Navi s.p.a. Calendaria Mostre e Congressi srl Airontour B.R.S. Cappuccio Lifeinnaples ILAS Designers School SUPPORTER TECNICI Gengotti Editore Scenes Cantine Mustilli Pasticceria Mennella SOSTENITORI MORALI, MEDIAPARTNER, AMICI Videometrò News Network Il Giornale del Turismo FullTravel.it, magazine di viaggi Arkeda Studio di Consulenza Fiscale/Legale/Lavoro Timelight open art La Maison du Tango Ramaglia Gino Officina d'arti grafiche di Carmine Cervone Realty servizi immobiliari www.realtyweb.it RASSEGNA STAMPA http://impossiblenaples.weebly.com/rassegna-stampa.html SOSTENITORI DEL CROWDFUNDING
GLI AMICI DI Metamorfosi Reloaded (I SUGGERITORI DELL’8 MAGGIO 2015) Adele Granieri Agostino Rampino Alessandra Cicolella Antonio Nocella Barbara De Rosa Carmine Meraviglia Cosimo Saccone Daniela Morante Dario Di Cesare Federica Attanasio Finizia Fruttauro Francesca Cacciatore Franco Diana Gian Luigi Gargiulo Gianni Cesariello Gigliola Baldari Giovanni Mantova Giuseppe Guida Iana Salerni Laura Bonifazi Lelia Andreoli Livio Caldore Lucia Guadagno Maria Castiglione Maria Pia Tella Mariangela Contursi Mario Scippa Massimiliano Giovine Massimo Vicinanza Mauro Cangemi Monica Memoli Oretta Iorizzo Pasquale Sanseverino Silvio Fabris Simona Pasquariello Stefania Scapin Valeria Cuocolo Valerio Mattiacci SOSTENITORI MORALI, LOGISTICI, PARTNER, GIORNALISTI Alberto Cicolella Alberto Ruggiero Angelo Cucchetto Angelo De Negri Angelo Scognamiglio Anna Bruno Annalisa Guida Antonio Tricomi Anthony Iacomino Bernardo Miele Carmine Cervone Carmine Miceli Caterina Di Santo Claudio Botti Daniele Iannicelli Daniele Iodice Donatella Rizzo Emanuela Vadacca Enzo Ramaglia Ester Veneruso Enrico Tomaselli Fabiana Coppola Filippo Tufano Francesca Ferrara Francesco Cogoni Francesco Gatta Francesco Piccolo Franco Gengotti Geppina Landolfo Giovanna Caiazzo Giovanni Manzo Giovanni Pandolfo Giuseppe Mennella Giuseppe Zagaria Giuseppina Cesarelli Ilaria Puglia Ilaria Urbani Irma Leone Laura Bufano Luca Sorbo Luciano Colella Luciano Schettino Lucilla Parlato Lucio Pierno Luigi Bergantino Luigi Maffettone Marco Fortino Marco Ramaglia Marianna D’Orsi Pisani Mario Iannucci Martina Caldo Massimo Bray Massimo Stella Massimo Vicinanza Maurizio Chiantone Michelangelo Maraviglia Michele Armano Michele Smargiassi Nicoletta Di Somma Nino Daniele Ornella Esposito Paola Mustilli Paolo Paciello Pasquale Savonardo Pino Beato Raffaele Tartaglia Riccardo Siano Rossana Lizzi Salvatore Laudonio Silvio Siciliano Urania Casciello Valentina Ambrosio Virginia Nota Vittorio Del Tufo Da alcuni appunti del 27 luglio 2013 Eccola qui: "Da Nessuna Parte". Oltre 6 mesi nel mio Mac e non riuscivo a terminarla. Non so se il febbrone a 39 che mi è venuto nei giorni scorsi sia stato per lo stress, per aver deciso di volerla terminare. Fatto sta che coi brividi di freddo che avevo addosso ci lavoravo lo stesso perché io, anche se ho 2 decimi di febbre, credo di stare per morire e questa "cosa" (perchè di "cosa" si tratta) non poteva restare incompiuta. L'ispirazione è sicuramente escheriana o forse ricorda il Nastro di Möbius, ma qui ho volutamente falsare ogni regola prospettica per dare un messaggio positivo in contrasto col titolo: la nostra mente è limitata da regole, canoni, misure e il nostro dovere umano è quello di cercare di andare oltre il pensiero convenzionale. Se non deformiamo ciò che pensiamo, ciò che osserviamo, non creiamo evoluzione. L'ottimo Escher si rivolterebbe nella tomba vedendo una roba del genere perchè lui era un tecnico: figure impossibili sì, ma sempre con eccezionali studi prospettici e geometrici dietro ogni suo disegno. Non a caso gli conseguirono una laurea ad honorem per i suoi studi cristallografici. "Da nessuna parte", coincidenza vuole che proprio ieri ho visto "La grande bellezza" con Tony Servillo nel quale film si esprimeva il concetto più deprimente della vita. "Da nessuna parte" fa parte del progetto Impossible Naples. "Da nessuna parte" non è fotografia, non è arte (nemmeno Escher fu considerato un artista dai suoi contemporanei), ma è un modo di pensare, un modo di approcciarsi con il mondo intorno. Un modo folle? La follìa non esiste, la follìa è di chi non osserva oltre la propria immaginazione. Henry Peach Robinson (1830-1901); pittorialista, è stato il fotografo inglese più influente della seconda metà del 19° secolo. È stato il pioniere del fotomontaggio. A 21 anni Robinson era un pittore dilettante abbastanza precoce per avere un suo quadro esposto alla Royal Academy di Londra ma la sua vera grande passione era la fotografia e nel 1857 aprì un proprio studio fotografico dove, oltre a realizzare ritratti su commissione, sviluppò la sua tecnica di ripresa di più soggetti separatamente e della successiva sovrapposizione delle lastre fotografiche per stampare fotografie che richiamavano le atmosfere pittoriche contadine del periodo. “Fading away” (Scomparendo) del 1858 è il risultato della sovrapposizione in fase di stampa di cinque lastre. In “Tunbridge wells”, il cielo fa parte di un'altra lastra rispetto a quella del resto del paesaggio. Cento vite non possono bastare per conoscere tutto il conoscibile. Scoprire per apprendere. Studiare, imparare, osservare, con l'entusiasmo della curiosità. Su internet c'è tutto. Quasi tutto. Il Sapere è a portata di mano ma se non sai che esiste, non puoi cercarlo sul web. Allora ci sono i musei, gli archivi, le pinacoteche, le emeroteche, i depositi, i mercatini delle pulci... che esplori, vedi da vicino e trovi senza cercare. E in mezzo alla gran quantità di informazioni che ricevi, c'è qualcosa che ti attira, come quando un amico ti guarda dall'altro marciapiede e ne avverti la presenza come per magia. Io questo Henry Peach Robinson non lo conoscevo, eppure avrei dovuto. Mi è capitato di "incontrare" alcune sue immagini presso il Museo Albertina di Vienna. È il pioniere dei fotomontaggi. Una radice del Photoshop e chi oggi realizza fotomontaggi digitali in postproduzione, non può non conoscerlo. ENGLISH VERSION Si è conclusa la campagna per la raccolta fondi di Impossible Naples Project grazie alle donazioni di oltre 130 sostenitori. Tutti appassionati di Napoli che hanno creduto in un progetto che coinvolgerà attivamente i visitatori in una mostra-happening e che avrà luogo al PAN – Palazzo delle Arti Napoli nel prossimo invernoImpossible Naples Project. Napoli, riconoscerla per conoscerla. Una mostra esperienziale per una nuova percezione visiva di Napoli. Vi rivelo chi sono stati i sostenitori di Impossible Naples e che consentiranno, grazie ai loro contributi, la realizzazione di un evento unico nel suo genere. Il merito va a loro, a piccoli e grandi sostenitori senza i quali l’evento non si sarebbe mai potuto realizzare. Vi ringrazio tutti, sperando di vedervi di persona in occasione dell’inaugurazione la cui data sarà comunicata nei prossimi giorni e consentitemi di citare un attimo chi ci ha aiutati a fare il salto avanti raggiungendo il traguardo:
Ed ecco i sostenitori del crowdfunding di Impossible Naples Project:
Elenco che si implementa con quello degli Amici di Metamorfosi Si ringraziano inoltre l’Assessorato al Turismo e Cultura del Comune di Napoli per aver consentito la conferenza stampa di presentazione del progetto presso la Sala PAN il 1° giugno, i giornalisti che hanno dedicato spazio al crowdfunding (v. rassegna stampa), la Pasticceria Mennella e, ovviamente, i partner che patrocinano, sostengono e divulgano il progetto: Touring Club Italiano – Corpo Consolare della Campania Videometro Network Arkeda Il Giornale del Turismo Fulltravel A&P studio di consulenza fiscale/legale/lavoro La Maison du Tango Gino Ramaglia Officina d’arti grafiche Carmine Cervone Realty Il Tuffatore, un'immagine onirica che propone la realizzazione di un bisogno concreto per la capitale del Mediterraneo: Napoli. Vi presento "Il Tuffatore". Il tuffatore a Napoli è un po’ come un'icona classica. Come i “cimentisti” di Marechiaro che ogni Capodanno, da cinquanta anni, si gettano nelle acque gelide di Posillipo anche se hanno superato gli 80 anni, anche il tuffatore da scoglio è storia. Perché Napoli è una città di mare. Il tuffatore di Napoli non è Patrimonio UNESCO nonostante faccia parte dell'immaginario partenopeo da sempre. Nel periodo di Achille Lauro a Piazza Municipio c’era una lunga fontana a più vasche degradanti con tanto di zampilli ad illuminazione notturna, che fu scelta come lido estivo dai ragazzini meno abbienti. Oggi alcune fontane vengono prosciugate d’estate per evitarne “l’uso improprio”. Non esiste fotografo, anche straniero, che non si sia divertito attraverso i tempi nel fotografare quegli scugnizzi che da Castel dell'Ovo a Posillipo sfidano anche i fondali bassi con i loro "a pietto 'e palumbo", da maggio a ottobre. Il tuffatore è la parte migliore dell'infanzia e adolescenza povera di Napoli. Il tuffo tiene lontano dallo spaccio, dalle rapine ed è comunque un momento sociale di aggregazione ludica. Napoli è una città di mare e i ragazzini del Pallonetto di Santa Lucia e dei Quartieri Spagnoli lo sanno bene. Imparano da soli a nuotare. Tuffandosi. In questa ultima nata di Impossible Naples è rappresentata una visione onirica del tuffo. Un lido asettico ma Reale e desolato che affaccia verso una suggestiva vista notturna di Napoli dove la scala rappresenta la fatica necessaria per raggiungere il trampolino; un punto, un luogo necessario per spiccare l’ambito tuffo. Sotto al trampolino un affresco di due puttini come a voler proteggere il tuffatore o forse con la promessa di realizzare il desiderio di un trampolino “accessibile”, che non sia soltanto quello dei ruderi della Casa degli Spiriti o uno scoglio del lungomare. Il mio sogno è quello che un giorno tutti quei ragazzini dei quartieri disagiati di Napoli, potranno tuffarsi con meno rischi, da un trampolino vero, in una piscina gratis per loro dove potranno imparare tutti gli stili del nuoto. Un sogno che però si estende oltre: agevolare quei ragazzini affinché possano intraprendere la conoscenza delle opportunità che offre il mare e magari poter acquisire la patene nautica a vela e a motore per poter avere una carta in più per lavorare, magari come skipper in una città dove il diporto è ad oggi solo per pochi. Perché siamo una città di mare. La capitale del Mediterraneo. Dedico questa immagine a tutti i tuffatori del lungomare di Napoli. Caro Luigi De Magistris sindaco di Napoli e cari consiglieri e assessori tutti della Giunta ed egregio Soprintendente, la Cassa Armonica della Villa Comunale di Napoli non diventi un pretesto per fare campagna elettorale auto-lesionista. Il lutto non è solo quando ci viene a mancare una persona cara. Esiste anche il lutto culturale, quello paesaggistico, urbanistico… È quando un patrimonio della collettività, un bene comune, viene deturpato, vandalizzato, trasformato. Quando subisce lo stravolgimento della sua ubicazione, della sua fisicità, estetica, fruizione. Quando la sua natura, per cui è stato realizzato, è violentata. Io sto in lutto. Decine, forse migliaia di cittadini di Napoli stanno in lutto. Da 3-4 anni c’è una querelle riguardo la Cassa Armonica della Villa Comunale di Napoli. Comitati di cittadini si stanno battendo affinché, a restauro ancora in corso, non ne venga snaturata la bellezza della sua corolla a cui siamo mnemonicamente abituati. Perché sembra proprio che non vedremo più i vetri gialli e verdi che storicamente ricordiamo, ma lastre in policarbonato bianche, forse alternate con colore “ceruleo” (blu leggero) come si legge in un comunicato stampa ufficiale del Comune di Napoli. Riguardo la relazione che intercorre tra il Patrimonio di una città e l’identità dei cittadini, già espressi alcuni pensieri. Forse troppo romantici, forse troppo filosofici in un periodo dove prevale l’approssimazione, la sciattezza, la sveltina. Pensieri inutili per una civiltà che si sta evolvendo in un nuovo consumismo. Quello del tempo. Siamo in pieno boom del consumismo temporale generato forse dall’alta velocità a cui le nuove tecnologie ci hanno abituati. Non scrivi più lettere d’amore aspettando la risposta dopo una decina di giorni, ma mandi un whatsapp scritto col T9 dove “amo” diventa “ano”, o invii un SMS o, nella migliore delle ipotesi, una mail. Non scendi più per comprare un giornale, lo leggi subito e ovunque ti trovi, sul web. Per le foto non aspetti più una giornata per vederle stampate, le scarichi sui social ancor prima di vederle dopo scattate. Non fai più vari tentativi in attesa che si liberi il telefono per fare gli auguri di compleanno all’amico anche solo per sentire la sua voce, glieli scrivi su Facebook. Subito! E in tutto ciò è normalizzato il pressapochismo, la superficialità, il pensiero piatto, il pensiero minimalista, dove minimalismo è inteso nella sua accezione peggiore del termine. Disegni arabeschi, mosaici bizantini, gli infiniti di Escher, capitelli in stile corinzio, cappelle sistine e tutto ciò che è dettaglio, via, non servono. Il consumismo temporale non fa rima coi ghirigori che anzi vanno affossati, insabbiati, censurati perché generano osservazione e quindi stimolazione, movimento del pensiero. Le menti non devono pensare, devono replicare il nulla. Il Liberty? Via, non serve. Non servono i fregi floreali, le vetrate in technicolor, le belle statuine con le poppe senza capezzoli. Non serve una cassa armonica che faccia vibrare il suono di una banda militare donandoci emozioni. Emozioni? Non servono, via! Rompiamolo il giocattolo di quei rompicoglioni che vogliono la vita a colori. Scassiamole queste lastre di vetro gialle e verdi che siano del 1989 o del 1877 poco importa. Nulla importa. Una cripta per la Cassa Armonica E allora ecco un enorme scrigno fatto di materiali resistenti. Marmo, piperno, tufo, ferro. Esso si apre, sibillinamente, e due lunghe braccia, sotto forma di scale, si protendono verso l’interno aprendo un guscio che conterrà la memoria della Cassa Armonica con una corolla fatta di petali gialli e verdi che qui non si vede, non viene mostrata, è invisibile ma c’è. Custodita nella memoria dei napoletani. Segretamente. Dove sentinelle del cuore, ancelle marmoree veglieranno su quel che forse resterà solo un ricordo. Dedico quest’opera a tutti i napoletani che hanno vissuto durante la loro vita liete mattinate in Villa Comunale, esprimendo attraverso essa il mio cordoglio per questo terribile scempio sperando che comunque vi si porrà rimedio. Dati tecnici Titolo > Una Cripta per la Cassa Armonica Autore > Marco Maraviglia Anno > 2016 Formato > 80x122cm Software > Photoshop CS6 Tecnica > fotomontaggio di immagini d’archivio dell’autore Tiratura > da definire
Dopo l'happening delll'8 maggio 2015 alla Maison du Tango di P.zza Dante per presentare in anteprima Metamorfosi Reloaded, il panorama di Napoli più lungo del mondo dove artisti, grafici, fotografi, appassionati di Napoli intervennero coi loro suggerimenti scrivendoli su una bozza di sei metri, l'11 febbraio è stata finalmente esposta al pubblico e per la prima volta, la versione definitiva in formato ridotto (275x20cm).
L'evento, organizzato non a caso nel giorno del 52° compleanno dell'autore Marco Maraviglia, è stata un'occasione per regalare una cartolina stampata in tiratura di 100 pezzi, numerata e firmata, ad alcuni sostenitori dell''Impossible Naples Project per ricordare che è in atto un fundraising per l'organizzazione di un ulteriore mostra-happening. Con questo post l'autore vuole ringraziare innanzitutto lo staff organizzativo:
Si ringraziano ovviamente anche i presenti che sono stati riconosciuti: Agostino Rampino, Alfonso Caccavale, Annalisa Guida, Antonio Nasca, Antonio Nocella, Barbara Pianta Lopis, Bruno Fermariello, Carmine Meraviglia, Claudia Piccolino, Cosimo Saccone, Danilo Risi, Dario Di Franco, Enrico Tomaselli, Erica Prisco, Ernesto Pugliese, Federico Righi, Ferdinando Fernnando Silvestro, Filippo Tufano, Franco Gatta, Gaetano Bonelli, Gianluigi Gargiulo, Giovanni Mantova, Giusy Saccone, Lucio Pierno, Luigi Bergantino, Mario Iannucci, Mario Mangone, Marta Matano, Massimiliano Giuliani, Nino Daniele, Ornella Esposito, Pasquale Salvio, Peppe Guida, Pietro Pizzimento, Roberto Della Noce, Sasi Menale, Sergio Riccio, Simone Gallucci, Stefania Scapin, Susanna Crispino, Tiziana Tirrito, Vincenzo Presutto. E, ovviamente, si ringraziano i giornalisti e blogger che hanno rilanciato l'evento. |
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October 2020
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